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I libri e la lettura nella prima infanzia (prima parte)
Le molteplici proposte dell’editoria per l’infanzia accompagnano la crescita dei bambini e delle bambine
Parole chiave: Lettura, libri, prima infanzia, scoperta
da Rivista Infanzia, n. 4, 2022
Autrice: Daniela Pellegrini (insegnante di scuola primaria, Istituto Comprensivo Giovanni XXIII, Brembilla BG)
Nella prima infanzia la scoperta di un ampio repertorio di libri consente la maturazione di competenze cognitive ed estetiche fondamentali per la crescita del bambino, oltre a offrire un’occasione preziosa di scoperta della bellezza di immagini e parole, nella conoscenza del sé e dell’altro. Oggetti da manipolare o con cui giocare, carichi di suggestioni visive e narrative, i libri sono un formidabile strumento di interazione educativa fra adulto e bambino.
Parole chiave
Lettura, libri, prima infanzia, scoperta
Attivare nei bambini un precoce e costruttivo incontro con un ampio e diversificato repertorio di libri contribuisce alla costruzione di un ricco immaginario e di una precoce competenza simbolica, sviluppa la consapevolezza delle convenzioni e delle funzioni della parola scritta, e permette una progressiva comprensione di grammatiche e copioni di testi e illustrazioni.
Genitori ed educatori nella prima infanzia offrono ai bambini libri che sono principalmente oggetti da manipolare ed esplorare1. Le linguette, i pupazzi di stoffa, i puzzle, gli inserti, i buchi e i pop-up sono elementi con funzione semantica che invitano il bambino all’esplorazione visivo-tattile, ludica e giocosa. Attraverso il coinvolgimento multisensoriale, i primi libri attivano quel rapporto intimo, emotivo, coinvolgente con il quale il bambino scopre il mondo e con esso la dimensione interattiva e trasformativa della lettura. Il bambino afferra il libro, lo porta alla bocca, lo annusa, lo tocca, lo stringe, lo getta a terra. Intorno ai 5/6 mesi un bambino è in grado di interagire in modo significativo con questa tipologia di libri. L’adulto osserva e promuove l’esplorazione dell’oggetto, consentendone una fruizione sicura, priva di rischi per l’ingestione casuale di pezzi, mantiene il materiale integro e lo sostituisce se deteriorato. Un bambino coinvolto fin da piccolissimo nella manipolazione di libri e nell’ascolto di letture è in grado, intorno ai 10-12 mesi, di maneggiare autonomamente un libro, sfogliarne le pagine nel verso giusto, indicarne le figure e comprenderne la corrispondenza con gli oggetti reali.
A partire dai 12 mesi gli educatori possono proporre libri in cui si simula il verso degli animali (Foster, 2017; Bravi, 2016; Giraldo, 2016) che permettono di allenare la modulazione della voce e l’avvio della consapevolezza fonologica nella corrispondenza tra suono e oggetto. La costruzione condivisa di rime, musicalità e ritmo rinvia a dimensioni ulteriori, creando il piacere di un’atmosfera magica e ludica. Spesso l’adulto associa alla filastrocca (Tognolini e Abbatiello, 2008) un gioco di movimento con cui il bambino prende coscienza del proprio corpo. Le filastrocche consentono di attivare giochi linguistici; attraverso processi creativi di ripetizione, inversione, sostituzione, incastro, accumulo verbale i bambini familiarizzano con le regole fonologiche.
Nei momenti di passaggio, come l’inserimento al nido o il distacco temporaneo da un genitore, i libri con i buchi2 o costruiti con tecnica del changing picture3 hanno un valore simbolico importante perché consentono al bambino di nascondere e svelare, attività che lo aiutano nel contenimento dell’ansia da separazione (Gay, 2008) e nell’acquisizione della permanenza dell’oggetto. L’aspetto oggettuale e il formato di questi particolari libri ne trasforma i contenuti e il linguaggio, agendo in modo significativo sulla comprensione e sull’immaginario.
A partire dai 18-24 mesi i bambini trovano nelle storie lette o narrate dagli adulti il proprio mondo di significati in un incontro inedito tra parola, immagine e oggetto reale. Attraverso commenti, esclamazioni, ripetizioni, l’adulto educatore avvia il bambino a forme di elaborazione cognitiva del testo, consentendo lo sviluppo dell’attenzione. Il processo di significazione nasce dall’esperienza e dal vissuto personale di ciascun lettore e allena il pensiero. L’ascolto di storie narrate permette di accedere ai plurimi significati della realtà, di produrre inferenze e riconoscere il punto di vista degli altri, contribuendo alla conoscenza delle proprie e altrui emozioni. L’attivazione emozionale che l’adulto suscita nei bambini rispetto a un riconoscimento significativo di immagini e testo scritto sollecita un’istintiva attivazione immaginifica. L’immaginazione consente al bambino di riconoscere anche ciò che è nascosto tra le righe del testo o tra le immagini per penetrare nella storia, in una concreta e autentica esperibilità, vivere vicende, emozioni e sensazioni, proiettare vissuti personali sui personaggi, trarne ciò che gli serve per la propria personale costruzione di senso. In tutto questo l’adulto è una guida significativa, sia nella scelta delle lettura, sia nella sua rielaborazione secondo vissuti condivisi.
Intorno ai 2 anni e mezzo, la conquista della funzione simbolica delle parole è un momento prezioso in cui l’ascolto di letture stimola la crescita esponenziale del vocabolario. Da questo momento educatori e insegnanti possono disporre dei contenuti delle storie per stimolare giochi simbolici. Un’attenta osservazione di questi giochi consente di cogliere le inedite trasformazioni, operate da ciascun bambino sulla narrazione originale, in intrecci profondi e immaginifici tra vissuto e narrato. La narrazione di una storia, rito diffuso nel momento dell’addormentamento in nidi e scuole dell’infanzia, accompagna il bambino verso il sonno e il sogno per la dimensione onirico-narrativa in cui le immagini evocate dalla narrazione si legano nell’immaginazione, in forma stellare e reticolare, ad altre esperienze visive insieme a sguardi e frammenti di pensiero non lineari.
I bambini guardano e riconoscono oggetti e persone prima di essere in grado di parlare, per questo, le immagini e i simboli visivi costituiscono rappresentazioni non verbali che precedono quelle verbali. La proposta dei libri illustrati fin dal nido e dalla scuola dell’infanzia, sia nella dimensione della lettura condivisa con un adulto, sia nella possibilità per i bambini di sfogliare autonomamente diversi albi messi a loro libera disposizione, è fondamentale per l’acquisizione della visual literacy, intesa come capacità di decodifica, lettura e interpretazione di testi visivi. Gli albi illustrati (tra questi: Von Hout, 2015; Lionni, 2016, 2017; Davies, 2015; Rosen e Oxenbury, 2018), progettati per stimolare più riletture e fruibili a diverse età, coniugano immagini, parole e visualizzazione dei suoni (Bellei, 2011), costruendo ricchi rimandi semantici che giocano un ruolo fondamentale per la comprensione del testo. Nell’intreccio di diversi codici comunicativi, elementi sensoriali e mondi semiotici gli albi richiedono complessi e differenti processi di decodifica. Per dare senso alle storie, i lettori interagiscono sia con le parole, scritte in accordo con regole linguistiche, sia con le immagini, detentrici di una loro grammatica visuale altrettanto complessa come quella legata alle diverse forme del leggere4. Gli albi illustrati contengono narrazioni iconiche sfidanti, lontane da certe consuetudini visive più tipicamente descrittive.
Per comprendere le immagini i piccoli lettori devono distinguere la figura dallo sfondo, riconoscere linee, punti, colori, come parti dell’oggetto raffigurato, intuire che figure bidimensionali rappresentano oggetti tridimensionali, e distinguere le componenti fondamentali da quelle accessorie di un oggetto. Se nelle prime prove può essere l’educatore a stimolare la lettura delle immagini chiedendo “cosa è?” e facendo riferimento a oggetti concreti presenti in sezione, con il tempo il bambino acquista un’autonomia nella lettura e nell’interpretazione delle immagini, cogliendone anche inedite interpretazioni non sempre esperibili dall’adulto.
Gli elementi iconici mostrano un mondo percepito, interpretato, rappresentato e restituito dall’artista che chiede a sua volta di essere scoperto, interrogato, reinterpretato e fruito esteticamente da un lettore infantile sempre più competente. L’educazione al visivo, sollecitata fin dalla più tenera età, predispone negli anni successivi, a comprendere, attraverso plurime chiavi di lettura, forme grafiche e illustrazioni complesse, cariche di suggestioni simboliche astratte, collocabili fuori dal realismo visivo quotidiano e dall’omologazione commerciale. Le figure, grazie al loro elevato grado di narratività, stimolano le competenze ermeneutiche e inferenziali dei bambini e delle bambine.
(FINE PRIMA PARTE)
NOTE
1 Per i libri morbidi dedicati alla primissima infanzia si vedano i marchi: Tumana, Beines, Leadstar, Richgv, BelleStyle, Vicloon.
2 Albi nati alla fine degli anni Settanta pubblicati dalla casa editrice La Coccinella, il primo titolo fu il Brucoverde (Vanetti e Mantegazza, 1989) ancora in commercio. Tra altri titoli segnaliamo: Tullet, 2011; Horáček, 2016.
3 Nel changing picture due immagini tagliate in strisce uguali sono sovrapposte e occorre tirare una linguetta perché l’una o l’altra immagine si sveli (Orecchia e Magni, 1986; Cima, 2012). Segnaliamo inoltre nel 1985 la nascita della collana “Così Cosà” dell’editrice La Coccinella, l’immagine degli esterni è ottenuta dal montaggio di due illustrazioni a strisce di 10 mm mentre la griglia esterna è fustellata a strisce vuote di 9 mm, alternate a strisce piene di 11 mm.
4 La decifrazione, la decodifica, l’interpretazione.
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