L'albo illustrato (seconda parte)

L'albo illustrato (seconda parte)

Potenzialità educative, tipologie e indicatori di qualità

Parole chiave: Lettura precoce, albo illustrato, letteratura per l’infanzia, narrazione

da Rivista Infanzia, n. 2, 2022

Autrice: Antonella Bastone (Pedagogista, Docente a contratto in Pedagogia presso le Università di Torino, del Piemonte Orientale e di Genova)

 

Il rispetto della libertà e dell’autonomia del bambino

Abbiamo visto come l’adulto giochi un ruolo fondamentale nello stimolare fin dalla nascita il piacere della lettura, oltre che nella proposta di albi illustrati di qualità e funzionali allo sviluppo del bambino e nella mediazione dei contenuti narrati. La condivisione dell’albo illustrato con l’adulto è infatti innanzitutto un importante momento relazionale: la narrazione è un prezioso momento di intimità, complicità emotiva e condivisione di un tempo qualitativamente significativo e denso di relazione. Tanto è vero che il bambino può utilizzare il momento della narrazione come modalità per trattenere l’adulto a sé o per ripercorrere, attraverso una storia particolarmente gradita, vissuti e contenuti per lui emotivamente rilevanti in quel momento della sua vita (Bastone, 2021b).

Tuttavia, ciò non significa che l’albo illustrato debba essere sempre mediato dall’adulto, dal momento che per molti bambini il rapporto con l’albo è un momento di introspezione, intimità personale o esplorazione autonoma. È importante quindi che l’adulto rispetti la libertà del bambino nel rapporto con l’albo illustrato e, più in generale, con la narrativa a lui dedicata. Il bambino dovrebbe essere lasciato libero di esplorare generi, titoli, personaggi differenziati, all’interno di una gamma sufficientemente ampia che gli consenta di scoprire le proprie inclinazioni e preferenze.

A volte l’adulto tende a presentare il libro in maniera prescrittiva o eccessivamente “didattica”, per esempio allo scopo di affrontare un determinato argomento o perché ritiene quell’albo rilevante per il bambino. L’adulto a volte soffoca la naturale curiosità esplorativa del bambino, negandogli la possibilità di approcciare argomenti, personaggi e temi che ritiene in modo pregiudizievole inadatti: si pensi a questo proposito all’intollerabile distinzione fatta ancora da molti adulti su libri maschili e libri femminili, quando evidentemente non esiste aprioristicamente una letteratura per l’infanzia distinta per genere.

Anche l’età di riferimento, generalmente riportata o suggerita dalle case editrici, pur essendo un utile indicatore per orientare l’adulto nella scelta del libro, potrebbe diventare un vincolo per il bambino: a volte un bambino potrebbe apprezzare un albo pensato per un pubblico più giovane, ma essere demotivato dall’adulto perché ha ormai superato quel genere di narrazione. Occorre ricordare che lo stesso testo può essere apprezzato a livelli di complessità differente con il crescere dell’età o in momenti diversi della vita e svolgere comunque una funzione comunicativa ed espressiva importante aldilà della sua apparente semplicità. È difficile per il bambino imparare ad apprezzare il contesto narrativo se i confini sono rigidamente stabiliti dall’adulto: è invece importante per lui interagire con un materiale diversificato, all’interno del quale percepisca la propria possibilità di scelta.

A questo proposito, apriamo una riflessione sui tanti libri diffusi in commercio nati esplicitamente per affrontare un problema o una situazione critica ampiamente riscontrabile nella storia del bambino, come l’abbandono del ciuccio o del pannolino, l’arrivo di un fratellino, l’ingresso al nido o alla scuola dell’infanzia. Questi libri rappresentano un supporto molto utile, soprattutto per l’adulto che si trova disorientato o in difficoltà nell’affrontare la situazione critica in oggetto. Rappresentano altresì un contenitore emotivo per molti bambini che si riconoscono nella vicenda narrata e trovano beneficio nella condivisione delle difficoltà sperimentate. Tuttavia, se gli albi tematici sono proposti forzatamente dall’adulto allo scopo di affrontare il problema e il bambino non gradisse questo tipo di narrazione, magari proprio perché attiva ancor di più le sue inquietudini, si dovrebbe innanzitutto desistere, rispettando il rifiuto del bambino, e individuare altre strategie per affrontare il problema. Il libro di per sé non risolve un problema del bambino, ma offre parole e immagini per contenere e simbolizzare vissuti ed emozioni.

Il crescente interesse nei confronti della letteratura per l’infanzia ha fatto sì che il mercato dell’editoria infantile abbia prodotto albi illustrati molto diversificati e attenti alle esigenze del bambino. Alcune tipologie di albi illustrati abbondantemente diffusi non rispecchiano fedelmente le caratteristiche fin qui analizzate. Per esempio, i cosiddetti “Silent Book” (Terrusi, 2012), ossia gli albi senza parole. Questi speciali albi raccontano storie solamente attraverso le immagini, non esiste infatti un testo scritto che guidi l’adulto nella narrazione. Sono albi che consentono una fruizione più libera della trama: l’adulto può infatti raccontare in maniera sempre nuova il testo, interpretando in modo variabile le immagini, e il bambino può intervenire in modo molto attivo sulla storia.

Un’altra categoria molto apprezzata dal pubblico infantile sono i cosiddetti libri-gioco o albi interattivi: questi albi non raccontano propriamente una storia, ma stimolano l’interazione del bambino sul testo e sull’oggetto-libro in sé attraverso indicazioni e suggerimenti di operazioni fisiche sulle pagine. Rientrano in questa categoria, per esempio, gli albi con buchi, finestrelle da aprire, tasselli da spostare, indizi da scoprire. Il bambino è il vero protagonista della situazione, in quanto governa e produce le dinamiche testuali.

 

Come scegliere l’albo illustrato: indicatori di qualità

Gli albi illustrati di qualità spesso non sono noti al grande pubblico e non si trovano tra i titoli più commerciali, come i libri che traspongono in chiave narrativa i cartoni animati o le serie televisive per bambini.  Sono pubblicati da case editrici specializzate e spesso finalisti o vincitori di importanti rassegne di letteratura per l’infanzia, come il progetto “Nati per Leggere” o il “Premio Andersen”. Si tratta di albi accomunati da una profonda cura e attenzione, sia a livello grafico che testuale.

Dal punto di vista grafico, presentano generalmente illustrazioni di altissima qualità: gli illustratori sono spesso dei veri e propri artisti, che adottano stili raffinati e differenti per rappresentare in maniera polisemica immagini da esplorare nei dettagli, anche su ispirazione di precise correnti artistiche. Questo non significa che l’immagine sia una perfetta rappresentazione della realtà, ma che interpretano la visione del bambino della realtà, anche nel tratto grafico.

La trama non ha finalità meramente istruttiva, ossia indirizzata a impartire in maniera didattica e convenzionale istruzioni di comportamento virtuose e messaggi moralistici. La finalità della trama narrativa è intrinsecamente educativa, ossia capace di esprimere autenticamente la vita emotiva e affettiva di un bambino in età prescolare, in tutta la sua complessità. Autori e illustratori fanno un grande sforzo puerocentrico di rappresentare e narrare il mondo dal punto di vista del bambino, dando voce alle sue domande, perplessità, paure, inquietudini, gioie, a volte incomprensibili per l’adulto. Come verrebbe raccontata questa storia se la raccontasse un bambino? Come la rappresenterebbe se fossero i suoi occhi a registrare la scena? Ponendo al centro dell’attenzione il bambino come soggetto e protagonista attivo del mondo, cercano di soddisfare innanzitutto i bisogni del bambino nell’identificarsi con la narrazione, i suoi personaggi, le sue storie.

 

Bibliografia

Alushaj A., Tamburlini G., 2018, Come possiamo nutrire la mente dei nostri bambini. Basi scientifiche e indicazioni pratiche per operatori, Trieste, Centro per la Salute del Bambino.

Bastone A., 2021a, Le fiabe raccontate agli adulti. Storie di ieri e di oggi per la formazione, Torino, Celid.

Bastone A., 2021b, La lettura precoce condivisa: un nutrimento cognitivo, affettivo e relazionale, in “Educare.it”, Vol. 21, n. 10.

Blezza Picherle S., 2004, Libri bambini ragazzi. Incontri tra educazione e letteratura, Milano, Vita e Pensiero.

Oliverio A., 2001, L’arte di imparare, Milano, Rizzoli, 2001.

Panza C., 2016, Leggere al pancione, in “Un pediatra per amico”, n. 6.

Terrusi M., 2012, Albi illustrati, Prefazione di A. Faeti, Roma, Carocci.

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